Noir in musica in musica Il chimico e Lenin metafora dell' Italia ridotta all' inerzia

«UN' OPERA che mescola noir, riflessioni politiche e parodie comico-grottesche con spunti di divertissement». Così il 60enne compositore Giorgio Battistelli sintetizza il suo monodramma L' Imbalsamatore, di cui cura anche la regia con scene/costumi di Angelo Linzalata e live electronics di Alvise Vidolin. Pièce del 2001 su soggetto del compianto drammaturgo Renzo Rosso che sulla scìa di molte riprese approda al Piccolo Teatro nel Festival Milano Musica, con l' attore Riccardo Massai e l' Ensemble Bernasconi dell' Accademia della Scala diretto da Marco Angius. Ennesimo segnale per Battistelli di una carriera con il vento in poppa, destinataa proseguire in Scala per Expo 2015 con la nuova opera CO2, ispirata al film-documentario Una scomoda verità di Al Gore. Maestro Battistelli cosa l' ha colpita nel soggetto? «Innanzitutto la storia dello scienziato Alexei Miscin, incaricato di imbalsamare il corpo di Lenin. Sconvolto dalla fuga della moglie (che lo ha tradito con un ballerino del Bolscioi) sbaglia gli ingredienti e alla fine sceglie di iniettare il liquido nel suo corpo, immolandosi alla giusta causa. Una vicenda paradossale, che inizia come monologo e si sposta sul registro della vita privata e della fede politica». Ci sono agganci con l' attualità? «Moltissimi. Oggi si assiste ad una sorta di imbalsamazione del pensiero collettivo. Manca una visione del futuro, si fatica persino a meditare sul presente. C' è un disagio trasversale che alla lunga traspare dalla fioritura di correnti new age, filosofie spirituali e volontariato». Il successo delle sue opere si deve ai temi che raccontano il quotidiano? «Io credo in un teatro che esprima la contemporaneità: come dice lo scrittore Peter Handke la scritturaè l' unico modo per relazionarsi con il presente. Quando Lissner mi ha commissionato l' opera ho pensato a qualcosa che ci toccasse da vicino. Il riscaldamento globale della terra denunciato da Gore riguarda tutti, come l' innalzamento degli oceani, l' inquinamento dell' aria e l' impoverimento delle risorse del pianeta». Una commissione slittata per ben due volte. «Inizialmente si era pensato al debutto nel 2011, poi al 2013. Ora finalmente siamo pronti per il 2015. La regia sarà di Robert Carsen che con me ha già collaborato nel Riccardo III ». Sintonia con il presente vuol dire per lei l' utilizzo di un linguaggio musicale comunicativo? «Sì, per me l' urgenza di comunicare con il pubblico è davvero importantissima. Però la verticalità e la profondità del pensiero artistico deve restare immutata. Non bisogna rassicurare il pubblico con soluzioni semplicistiche alla Giovanni Allevi». Come si è trovato nei panni di regista? «Bene, anche se far muovere un solo attore per un' ora e dieci minuti, lavorando sulla microdrammaturgia è terribilmente complicato. Più ancora che muovere una massa di 40 coristi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Piccolo Teatro Studio via Rivoli 6, ore 20.30, replica domani, 20/25 euro, tel.0220403478

LUIGI DI FRONZO