Maria Vittoria Paolillo: «Così tengo insieme il mio ruolo di madre e imprenditrice di un brand tutto al femminile»

La fondatrice del brand MVP Wardrobe racconta le sue prossime sfide e il marchio ispirato al suo stile, classico ma seducente
Maria Vittoria Paolillo «Così tengo insieme il mio ruolo di madre e imprenditrice di un brand tutto al femminile»

Romana trapiantata a Milano, dolce ma determinata, capace di trasformare una naturale capacità di ispirare le giovani donne in un progetto imprenditoriale di successo e anche ti tenere insieme il ruolo di madre con quello di business woman, alla costante ricerca di un difficile equilibrio tra lavoro e impegni familiari. Maria Vittoria Paolillo è questo e tante altre cose insieme. La incontriamo nel suo show-room milanese del suo brand MVP Wardrobe, dove nascono le sue collezione e dove il suo progetto sta crescendo sempre di più.

Maria Vittoria, come è iniziata la tua carriera di imprenditrice?
«Non l'ho deciso a tavolino, è nato tutto un po’ per caso, anche se penso di avere avuto sempre nell'anima questa vocazione. Sono cresciuta in una famiglia che lavora da 180 anni nel settore delle pietre preziose e quel mondo mi ha sempre appassionato. Già a diciotto anni, dopo la maturità feci la scelta di restare nell'azienda di famiglia con tutte le difficoltà del caso, perché lavorare con i genitori è la cosa più difficile del mondo. Mio padre mi affidò un punto vendita al pubblico».

E com’è andata?
«Ero alle prime armi, ma più stavo dentro la boutique più mi rendevo conto che non era la mia dimensione».

Che cosa hai fatto allora?
«Ho deciso di aprire un mio brand di gioielli e quello è il momento in cui è nato il mio percorso di imprenditrice. Ho sentito fortemente questo desiderio di fare qualcosa di mio e di staccarmi da quello che era il mondo della mia famiglia. Non completamente perché comunque sono rimasta nel settore, anche se ho scelto gli accessori. Contro la volontà di mio padre che mi aveva messo in guardia rispetto alla difficoltà di questa strada».

Qual era il tuo progetto?
«Creavo dei gioielli che erano accessori di moda e completavano i look. È stato un percorso difficile e complesso perché avevo vent’anni e poca esperienza, ma sono riuscita piano piano ad inserirmi nel settore della moda. La svolta è stata quando ho deciso di fare io stessa l’ambassador delle mie creazioni, tramite i social. Parliamo di 15 anni fa: era il momento in cui scoppiava il successo di Instagram. Ed io ho iniziato a utilizzarlo per vendere, ma anche un po' come diario di vita per raccontare la mia quotidianità nella più totale semplicità, senza nascondermi o mostrandomi diversa da come ero. Iniziai a essere molto seguita e presto miei gioielli sono diventati molto virali. Era un momento in cui il potere di influenza di Intagram stava scoppiando»

E tu hai intercettato benissimo questo boom…
«Probabilmente sì. Già molte cose esistevano, la Ferragni esisteva, tutto quel mondo già c’era, però io ho legato il racconto di me ai miei prodotti. Io vendevo qualcosa che io stessa creavo. E quindi ho iniziato subito ad indirizzarmi a un pubblico che era interessato al mio stile e a riprodurlo. Le cose a quel punto iniziarono a funzionare bene».

E poi che cosa è accaduto?
«Ho incontrato Federico, che poi è diventato mio marito. E con il suo aiuto ho fatto un salto. Perché se da un lato il mio brand iniziava a consolidarsi, e cominciavo a cercarmi anche i personaggi più noti, dall’altro, da un punto di vista del business ,non crescevo abbastanza. Lui, che viene dal mondo della finanza e ha lavorato tantissimo con la moda, mi ha chiesto: da grande che cosa vuoi fare? E io ho capito che la moda poteva essere il mio futuro».

Un bel salto.
«Avevo giù un seguito importante e lavoravo già con tante aziende legate all'abbigliamento ed ero un punto di riferimento per il mio pubblico proprio per lo stile, non solo per i gioielli ma anche per come mi vestivo. Le ragazze riconoscevano in me un concetto di eleganza classica e senza tempo, una donna pulita non che deve ostentare nulla. Per questo con Federico, nel 2019, abbiamo deciso di creare un brand che portasse il mio nome. Così è nato MWP Wardrobe».

Quindi è nata da un’idea tua e di Federico?
«Federico si occupava di tutto lo sviluppo finanziario, io della parte prodotto e avevamo un partner, per la produzione. La nostra strategia è stata quella di creare qualcosa di diverso rispetto a quello che c'era sul mercato, ovvero non la classica collezione  autunno/inverno, primavera/estate. Abbiamo deciso di creare delle capsule che uscivano mensilmente e quindi puntare su un business totalmente online».

Perché questa scelta?
«Perché io venivo dal mondo dell’online, questa era la mia realtà e abbiamo deciso di chiamarlo con il mio nome più Wardrobe perché nasceva proprio come concetto di ricreare il mio guardaroba per le mie follower. Ogni mese sul sito uscivano 15 look modelli, indossati da me. L’idea era di mostrare su di me il look completo, come fonte di ispirazione per gli acquisti. Chi amava il mio stile, poteva andare sul sito e ricrearlo uguale».

Il progetto ha funzionato?
«Questa formula è piaciuta tantissimo. Inizialmente volevamo rimanere un business solamente online, invece poi sono arrivate le prime richieste dei negozi. Il mio lavoro da influencer, la mia community, è stata la benzina di tutta la macchina».

Il covid ha segnato un altro punto di svolta.
«La gente era chiusa in casa e noi siamo esplosi ancora di più. In quel periodo abbiamo iniziato ad attivare una serie di ambassador, tanti microinfluencer in giro per l'Italia e per il mondo. Davamo loro delle immagini e attraverso quelle immagini dovevano vendere il prodotto online, Allo stesso tempo, nonostante il periodo mi sono inventata un format di cucina e la community è cresciuta ancora di più, coinvolgendo anche un pubblico completamente diverso dal quello che mi seguiva tradizionalmente. Insomma per noi quel momento è stato un importante trampolino di lancio per farci conoscere. Da lì partita questo macchina pazzesca, un mondo di donne (perché noi siamo tutte donne, a parte Federico) che fanno funzionare la nostra bellissima struttura.

E poi fate un ulteriore passo…
«Abbiamo deciso di aprirci all'ingresso di nuovi investitori. L’ingresso in una prestigiosa compagine societaria rappresenta per me un grande riconoscimento del lavoro svolto fin qui, ma anche una crescita delle mie responsabilità. Sento di non poter fallire. E quindi vivo con una costante preoccupazione».

Sei orgogliosa del lavoro che hai svolto fino a qui?
«Sì, tantissimo, anche se mi sento molto vecchia. Nel senso che ho 34 anni, però ho iniziato a lavorare presto, avevo 20 anni e dai 20 anni ai 34 è successo di tutto. Non ho mai mollato. Non ricordo un giorno in cui non abbia avuto qualcosa da fare. Dovevo arrivare al mio obiettivo».

Qual è stato il periodo più difficile in tutti questi anni?
«Quando sono rimasta incinta. Purtroppo il brand è molto legato alla mia immagine e io ho avuto una gravidanza difficile e sono dovuta restare cinque mesi a letto. In quel momento, ovviamente, la mia priorità era mio figlio e tutelare la mia gravidanza. A livello psicologico quello è stato forse uno dei momenti più difficili della mia vita perché ero divisa tra il senso del dovere e la tutela della mia salute e di quella del mio piccolo».

Come si è evoluto il tuo stile in questi cinque anni?
«Sono sempre rimasta fedele a me stessa. MVP veste una donna classica, elegante, chic, che per me è la cosa fondamentale, ma allo stesso tempo sempre sensuale, senza mai essere volgare. Questo è quello che sono io e penso che sia quello che appare di me anche sui social. Poi è ovvio che ci siano delle piccole evoluzioni perché siamo un brand di tendenza, però l’eleganza resta il nostro denominatore comune. Io sono rimasta quella che ero, eccetto naturalmente l’essere diventata mamma».

E adesso come lo concili il tuo ruolo di madre imprenditrice?
«Vivo in un costante senso di colpa, come il 90 per cento delle donne credo. Però penso che ogni volta che esco di casa e vado al lavoro e magari passo la mia giornata dentro l’ufficio, quel sacrifico alla fine lo sto facendo anche per mio figlio. Ho una persona che mi aiuta e la grande fortuna di avere i nonni anche paterni che mi supportano, così posso essere tranquilla quando non sono col bambino. E poi la mia casa e il mio ufficio sono molto vicini quindi durante il pomeriggio cerco di ritagliarmi un piccolo spazio da passare con lui oltre al weekend che gli dedico totalmente».

E il tempo per te?
«Ne avrei bisogno, come tutti, però per me in questo momento la priorità è lui, verrà il momento in cui sarà un pochino più grande e penserò anche a me. Diventare madre mi ha dato delle cose bellissime e non voglio perdermi questi momenti fondamentali».

Cosa diresti oggi a una ragazza giovane che vuole iniziare un percorso imprenditoriale?
«Sicuramente di scegliere un percorso che sia prima di tutto una passione. Poi di credere in quello che stai facendo e avere grande determinazione perché purtroppo il mondo del lavoro oggi è difficilissimo e, per finire, di non scoraggiarsi di fronte ai no e alle difficoltà».

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