Arriva l’S-Assessment, per misurare l’impatto sociale delle aziende

Prime ad averlo già ottenuto sono i colossi Tim e Rai, ma già molte organizzazioni sono in fila per ottenere il riconoscimento di Social Sustainability Changer
Arriva lSAssessment per misurare limpatto sociale delle aziende
Luis Alvarez

Emergenza climatica, crisi energetica e scarsità di materie prime hanno fatto muovere le aziende, che si stanno impegnando ad andare al di là della patina del marketing, che tende a sbandierare facili strategie green: adesso le organizzazioni fanno sul serio, e davvero installano pannelli solari, davvero riciclano l'acqua, davvero eliminano elementi tossici dalle loro produzioni.

Ma, come ormai si sa, nei 17 punti dell'Agenda 2030, ci sono non pochi passaggi relativi alla sostenibilità sociale ed è italiano il primo studio internazionale sulla sostenibilità sociale appunto, realizzato dal DIAG (Dipartimento di ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale) di Sapienza Università di Roma e finanziato da Re-World, una startup innovativa femminile fondata dalla giornalista e scrittrice Eugenia Romanelli. In vista degli obblighi di rendicontazione sociale nei bilanci di sostenibilità per circa 8000 aziende italiane dal gennaio 2025 e grazie all’ottimizzazione di Eikon SC Società Benefit, oggi lo studio è diventato l’S-Assessment, il primo indice europeo in grado di misurare l’impatto sociale delle organizzazioni.

Prime ad averlo già ottenuto sono i colossi Tim e Rai, ma già molte aziende di medie dimensioni sono in fila per ottenere il proprio badge di risultato ed esibire il distintivo Social Sustainability Changer: «Abbiamo investito in questa ricerca per portare l’Italia ad essere faro e traino, in Europa, della sostenibilità sociale recuperando il mezzo secolo di ritardo rispetto alla sostenibilità ambientale, sia in termini di tassonomie e metriche sia di percezioni. L’operazione è macroscopica e riguarda i paradigmi di misurazione ma anche campagne di comunicazione e advocacy: occorre aiutare l’intero sistema-Paese a comprendere che cosa si intenda per società socialmente sostenibili e le organizzazioni a individuare i vantaggi dell’impatto socialmente sostenibile, anche in termini di business performance», spiega Eugenia Romanelli.

Una società socialmente sostenibile è quella che crea le opportunità e le risorse per favorire la piena realizzazione dei suoi membri, senza compromettere quella delle generazioni future. Una straordinaria sfida etica e una responsabilità collettiva nei confronti dell’umanità. Se la spinta al cambiamento è stata storicamente ecologica mentre la riflessione sul governo della finanza è stata la naturale reazione di fronte all’evidenza di pratiche scorrette e potenzialmente distruttive, la questione sociale invece è stata confinata per lungo tempo nei corridoi di autorevoli ma algide istituzioni sovranazionali, considerata quasi un esercizio teorico e di scarsa presa sull’opinione pubblica: «Arrivare a un vero concetto di Universal Ownership in cui le scelte sono orientate a rispettare gli interessi della collettività richiede una profonda trasformazione: ma mescolare l’economia e l’ecologia con l’eudemonia non è forse la ricetta per la ricerca della felicità?», conclude Eugenia Romanelli.

La sostenibilità sociale è un fattore nodale, non ci sono dubbi, e non solo in nome dell’equità e delle pari opportunità, ma anche perché rappresenta il capitale umano necessario per lo sviluppo economico e ambientale ed è un elemento compensativo per le criticità e le carenze in questi settori. E per fortuna adesso, in questo senso, qualunque organizzazione può cominciare il suo percorso di trasformazione proprio aderendo al questo «S- Assessment», che misura l’impatto del fattore «S» (Sociale) e aiutare le aziende a diventare leader di cambiamento: «Abbiamo messo a terra anche il progetto Visionary ReWriters», spiega Cristina Cenci, Presidente di Re-World, «una roadmap verso il 2030 che coinvolgerà alcuni leader visionari per inventare e mettere a terra le pratiche della sostenibilità sociale, rendendo il nostro Paese un esempio per altri e portandolo in un futuro più equo».