Lavoro, i giovani temono la concorrenza dell’intelligenza artificiale più degli stranieri

Per 27 studenti su 100, ci sono alte probabilità che l’intelligenza artificiale possa mettere i bastoni tra le ruote nel percorso verso la realizzazione personale
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I timori di tanti adulti, che sentono minacciate le opportunità lavorative dalla presenza di emigrati stranieri, non sono condivisi dai giovani, che temono più l'intelligenza artificiale. Uno studente delle superiori su tre, infatti, è molto più spaventato dalle nuove tecnologie e dall’automazione dei processi, e ha paura che machine learning e algoritmi possano in futuro precludergli buone opportunità lavorative. Solo uno su dieci, invece, avverte la «minaccia» di lavoratori provenienti da altri Paesi.

Per oltre 7 su 10, al contrario, queste persone possono aiutare l’intera economia, portando a un arricchimento della visione e delle modalità operative, che possono «migliorare» anche noi. Per il 16% sono addirittura una necessità, perché svolgono quei lavori che noi non vogliamo più fare.

Lo rivela l’edizione 2024 di Dopo il diploma, la ricerca condotta da Skuola.net, in collaborazione con Elis – realtà no profit che forma persone al lavoro – su un campione di 2.500 alunni delle scuole superiori.

L’innovazione, almeno in ottica lavorativa, non è vista dalle nuove generazioni come un’alleata, quanto piuttosto come una nemica. Per 27 studenti su 100, ci sono alte probabilità che l’intelligenza artificiale possa mettere i bastoni tra le ruote nel percorso verso la realizzazione personale. L’8% di loro, addirittura, considera una certezza il fatto di dover rinunciare ai sogni di gloria per colpa dell’Ai. Solo un quinto (19%) non teme per le sue prospettive lavorative, in un avvenire dominato dall’intelligenza artificiale.

I più preoccupati sembrano essere i maschi, forse perché tendenzialmente sono i più orientati verso settori tecnici: gli sfiduciati, totali o parziali, superano il 40%, invece tra le ragazze si resta poco sotto la media (33%).

Per un intervistato su 4, il timore legato a un uso massiccio di tecnologia da parte di aziende e imprese è da estendere all’intero sistema produttivo, mentre circa il 30% pensa che problemi ci saranno, ma solo i comparti più votati al digitale potrebbero fare sempre più a meno delle persone. Gran parte del campione (37%) ritiene però che molte attività richiederanno ancora a lungo la mano dell’uomo.

Solo uno studente su tre (34%) utilizza sempre o molto spesso quegli strumenti di intelligenza artificiale generativa, come ad esempio Chat GPT, mentre 1 su 4 non li ha mai, ma proprio mai, provati.