Matteo Berrettini a Jannik Sinner: «Vai a prenderti Wimbledon»

Due italiani hanno incantato il campo centrale dell'All England Club, il tempio mondiale del tennis. Una partita bellissima e un abbraccio finale con il pubblico che non smetteva di applaudire
Jannik Sinner e Matteo Berrettini
Jannik Sinner e Matteo BerrettiniShi Tang/Getty Images

Ce lo avessero detto anche solo 5 anni fa che due italiani avrebbero incantato il campo centrale del tempio del tennis probabilmente non ci avremmo creduto. Invece in una serata di luglio a Wimbledon Matteo Berrettini, già finalista qui nel 2021, e il numero uno al mondo Jannik Sinner hanno dato vita a una partita meravigliosa, tirata in ogni punto, giocata senza mai prendere fiato. Era una finale anche se l'abbiamo vista al secondo turno a dimostrazione da una parte che Berrettini vale molto di più di quello che dice la classifica e che sull'erba è pari ai primi del mondo e dall'altra che Sinner è davvero il numero uno del circuito con merito.

Per la cronaca l'altoatesino si è imposto sul romano col punteggio di 7-6, 7-6, 2-6, 7-6 dopo oltre tre ore e quaranta di gioco. Al terzo turno affronterà il serbo Miomir Kecmanovic, numero 52 della classifica Atp, che ha eliminato in cinque set l'olandese Tallon Griekspoor.

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Abbiamo visto anche che fra i nostri tennisti esiste sana competizione e meraviglioso supporto. Lo racconta l'abbraccio finale sotto rete. Lo dicono le parole di Matteo Berrettini rivelate in conferenza stampa: «Ci siamo fatti i complimenti e gli ho detto che questo Wimbledon deve andare a prenderselo. Penso che abbia sbagliato tre palle in tutto il match e non mi ha dato ossigeno. Mi aspettavo un giocatore solido, lui mi ha sorpreso ma io ho sorpreso anche me stesso per il livello a cui ho giocato. Jannik sta migliorando ogni giorno, il suo talento c’è sempre stato ma la sua capacità di leggere la partita cresce a dismisura. È uno dei motivi per cui è numero uno» .

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Una partita durissima e bellissima, di un livello superiore al secondo turno. Jannik Sinner: «Siamo molto amici, a volte ci alleniamo insieme, giochiamo insieme in Davis ed è difficile doversi affrontare qui, al secondo turno, in uno torneo così importante. È stato un match di altissimo livello, ho avuto anche un po' di fortuna nei tre tie-break. Sapevo che avrei dovuto aumentare il mio livello se volevo avere delle chance, lui è uno specialista dell'erba, qui ha giocato una finale: per me era una sfida e sono felicissimo di come ho gestito le situazioni».

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Per entrambi un onore giocare nel tempio del tennis. «A un certo punto mi sono venuti i brividi, ho sentito il pubblico impazzire», ha detto Berrettini. «Questa cosa non ha eguali, pensando al momento in cui non riuscivo a vedere i risultati perché soffrivo a stare fuori. Mi sono divertito, mi sentivo fiero di stare giocando contro il numero 1 del mondo, sul Centrale di Wimbledon, con milioni di italiani che ci guardavano. È una di quelle partite che tra 20 anni ricorderò con un sorriso».

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Chi l'ha vista non può pensare diversamente. Boris Becker lo ha definito un match spettacolare, l'account ufficiale di Wimbledon una delizia da guardare. Non era possibile fare il tifo per uno o per l'altro. C'era solo la possibilità di ammirare la meraviglia dello sport italiano al centro del mondo.