Storie delle Olimpiadi: Giulia Quintavalle, la prima donna del judo in Italia

Prima italiana a vincere un oro nel judo ai giochi olimpici per l'Italia. Il gesto di Luca Toni, il successo sempre lontano un passo
Giulia Quintavalle
Giulia QuintavalleOLIVIER MORIN/Getty Images

E quel giorno - dopo la medaglia d’oro - Giulia Quintavalle ci scherzò su e disse: «Da oggi chiamatemi Primavalle». Tatami colorato d’azzurro. Sul podio più alto, oro nel judo categoria 57 kg, prima donna nella storia dello sport italiano, dopo aver battuto la temibile olandese Deborah Gravenstijn. È l’11 agosto 2008, Giulia è una giovane donna livornese di Rosignano Marittimo - ci tiene molto al suo paese e lo cita ogni volta che può - ha venticinque anni. Nella memoria degli italiani resta il gesto con cui festeggia ogni vittoria: porta la mano all’orecchio e la agita, come a dire: «Non so se avete capito cosa ho appena fatto». Giulia l’ha copiato dal centravanti della nazionale Luca Toni, che due anni prima - a Berlino - ha contribuito alla vittoria dell’Italia nella coppa del mondo. A chiederle di replicare l’esultanza è stata la sua migliore amica, Antonia. E così è stato.

Ma il volto di Giulia Quintavalle ai più è sconosciuto. Il judo, come tante altre discipline, conosce la ribalta planetaria soltanto ogni quattro anni, quando ci sono le Olimpiadi. La città del trionfo è Pechino. Giulia ha gli occhi dolci, uno sguardo intenso, un fisico asciutto, che sembra fatto con il fil di ferro, una naturale attitudine all’eleganza nel portamento fiero. La sua storia - almeno fino a quel giorno magico a Pechino - racconta di una tenacia fuori dal comune e di tanti traguardi mancati di un soffio. Ha cominciato a quattro anni con il judo, complice la madre, che la iscrisse ad un corso per bambini in palestra senza dirle niente. Per anni Giulia Quintavalle era quella che arrivava sempre dopo, dietro alle migliori, sia in Italia che nelle varie competizioni all’estero. Difficile scucirsi di dosso l’etichetta di «perdente di successo». Lei ce l’ha fatta. Con ostinazione, scendendo di categoria - da 63 a 57 kg. - e affidandosi alla competenza del maestro Felice Mariani, un monumento del judo azzurro visto che è stato il primo italiano a salire sul podio ai Giochi di Montreal 1976.

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Quello che le ragazze (timide come lei) non dicono è che dietro ad ogni medaglia d’oro c’è la fatica quotidiana, la ricerca di un equilibrio interiore, la gestione dei momenti di esaltazione (pochi) e di quelli dove il mondo intero ci sembra scivolare dalle mani. Quel giorno - 11 agosto 2008 - rimane il più bello della sua vita. Negli anni a seguire l’atleta delle Fiamme Gialle - è di stanza all’Infernetto a Roma, vicina ad Ostia dove si allena - conquista un altro titolo che mancava nel palmares azzurro, vincendo i Campionati europei a squadre con: Rosalba Forciniti, Edwige Gwend, Erica Barbieri, Assunta Galeone e successivamente vince tre tornei internazionali a Lisbona, Roma e Abu Dhabi. Nel 2012 partecipa alle Olimpiadi di Londra, non riuscendo però a salire sul podio. L’anno scorso Giulia Quintavalle è entrata nella Walk of Fame del CONI, è tornata a vivere al suo paese d’origine, è sposata con l’ex judoka Orazio D’Allura e madre di Leonardo e Zoe. E quando ricorda quel giorno dice che «La realtà ha superato anche il sogno». Quintavalle per tutta la vita, Primavalle per un solo giorno, ma indimenticabile.